#01 Non fare della tua passione la tua ossessione
"Ho iniziato la mia carriera sapendo cosa volesse dire perdere"
Buongiorno a te!
Primo vero episodio di questa newsletter!
Sei nuova/o qui e vuoi saperne qualcosa in più? Leggi l’uscita #00 Learning by doing
Inizio a scrivere queste righe mentre sono nella mia città preferita, Berlino ovviamente.
“Sempre in giro questa”, “ma non lavora mai…” penserai…
In effetti in questo momento non sto lavorando a tempo pieno e ne ho approfittato per andare a trovare qualche amica nella capitale tedesca.
Toccata e fuga prima di tornare alla quotidianità.
✏️ Iniziamo da qui
Bando alle ciance: oggi vi racconto una storia di sport (strano vero?), ma anche di tanta normalità. Come primo esperimento mi sono semplificata la vita e ho chiesto ad un amico se fosse gentilmente disponibile per una bella chiacchierata senza impegno.
Ah sì, è anche uno degli atleti più forti al mondo.
Precisione da ingegnere. Sensibilità da bambino che ama i cartoni animati.
Si interessa all'ambiente, sostiene fermamente la raccolta differenziata, utilizza Ecosia come motore di ricerca per navigare sul web.
Ama i quiz, i giochi di società e se trascorri qualche ora con lui giocherai almeno una volta a "quanto te la rischi..?".
Canta a squarciagola in auto, difficilmente si separa dal suo pupazzo Mando.
Ha bisogno di qualche momento di sana follia dopo allenamento, organizza pranzi e cene con tutti, sicuro di non escludere nessuno.
"Aggiungi un posto a tavola che c’è un amico in più" potrebbe essere il suo inno alla vita.
Amici, famiglia, università e tanti (ma non troppi) chilometri.
Lo chiamano Pix, Pixolo, Zombie, Presidente... Ma in mondovisione è conosciuto come
Pietro Arese.
🏃 Chi si nasconde dietro il primatista italiano dei 1500m?
Una chiacchierata a tutto tondo (come fosse un giro di pista) per conoscere meglio il finalista dei Giochi Olimpici di Parigi 2024. Ascoltala su Youtube!
Ti stai chiedendo perché l’ultimo rettilineo della finale dei Campionati europei di Roma è sembrato infinito quanto i Rotoloni Regina? Dai un’occhiata qui sotto!
Cosa significa correre la finale Olimpica in un stadio con 80’000 persone? Io non credo lo scoprirò mai, ma questo video ne permette un buon assaggio.
Non ricordi la scena di Cars a cui facciamo riferimento nell’intervista? Eccola qui!
ᯤ Ascoltaci su Spotify
Youtube è troppo impegnativo per te?
Trovi la chiacchierata anche su Spotify!
♫ Non sei familiare a nessuna di queste piattaforme?
Ecco qui la traccia audio dell’intervista!
Cosa ne pensi? Ti saresti aspettata/o qualcosa di diverso? Mi farebbe piacere saperlo!
Un po’ di sana autocritica
Ho riguardato il video qualche giorno dopo che lo abbiamo registrato per valutare cosa mi è piaciuto di più e che cosa cambierei.
Premesso che era la prima volta che mi trovavo in una situazione del genere, voglio condividere con te alcuni aspetti che migliorerei:
Introduzione: decisamente da rivedere. Poco convincente. Guardare in camera mi viene tutt’altro che spontaneo. Devo lavorarci :) Poi penserò anche a un gingle!
Il fatto che conosca Pietro personalmente, ha reso l’intervista più completa ma anche molto meno formale. Avrei riso un po’ meno in alcune circostanze.
Nel porre alcune domande ho dato per scontato che chi ascolti l’intervista sia a conoscenza delle nostre stesse informazioni. In molti casi è stato bravo Pietro a contestualizzare meglio l’ambito.
Avrei voluto un’agenda seria (come quella di Francesca Fagnani per Belve) e non l’unico foglio di carta che ho trovato in casa in quel momento. Non grave.
Mi piacerebbe avere anche un tuo feedback in modo da poter migliorare alcuni aspetti per le prossime puntate.
UN LIBRO PER TE
Pietro ti consiglia il libro: "Il buio oltre la siepe" dello scrittore statunitense Harper Lee.
Il motivo?
“Questo libro mette in luce come l'amore verso il prossimo, la parità di genere e tanto altro non è una condizione sociale che cambia da generazione a generazione, ma qualcosa di intrinseco che ognuno di noi dovrebbe coltivare dal principio”.
LAS CHOCOAVENTURAS
Anche in queste settimane qualcosa di simpatico è successo.
Se non ti ricordi cosa sono le Chocoaventuras o ti sei perso quelle di settimana scorsa, clicca QUI.
Mentre ero a Berlino aspettando la mia amica Jessica che finisse di lavorare, ho deciso di fare una delle mie attività preferite. Mi siedo in un bar, ordino un cappuccino e apro il mio laptop per cominciare a scrivere. La barista arriva con il mio cappuccino (Tra l’altro qualcuno mi spieghi perché all’estero il cappuccino deve costare almeno €4.00 - €4.50!) e gentilmente mi dice “no laptop after 12.00”. Oltre ad aver troncato il mio sogno di scrivere al PC guastando il cappuccino con vista sulla Fernsehturm, ho passato i successivi quindici minuti chiedendomi il motivo. Lo avevo intuito, ma quando sono andata a pagare, non ho saputo resistere e le ho chiesto il perché. La sua risposta è stata: “Il mio capo è molto severo in questo. A Berlino è pieno di bar dove si può lavorare, ma qui non vogliamo occupare un tavolo per 4 ore per chi beve solo una cosa”. Makes sense.
Logico ed efficace. Non mi era mai capitato. Il perché questa regola sia valida solo dopo le 12.00, non mi è comunque ancora chiaro.
Fun fact, il giorno dopo sono entrata in un altro bar e ho trovato questo cartello. Almeno avevano un’altra saletta dedicata a chi volesse usare il PC.
Tra l’altro, in questo bar si potevano anche comprare piante. Per interessati in cerca di un bar carino a Berlino: QUI
In questi giorni mi sono allenata vicino ad un campo da calcio. Ad un certo punto, stava per iniziare l’allenamento dei bambini e mentre mi cambiavo assisto a questa conversazione:
Bambino: “Mister, ho chiesto ai giocatori della prima squadra di regalarmi una loro maglietta, ma quei morti di fame non me l’hanno data”.
Mister: “Ma non usare questo linguaggio!”
Bambino: “Il mio papà mi ha detto di dire così…”
Per quanto questa conversazione mi abbia fatto sorridere, mi sono resa conto di quanto i bambini possano essere delle vere “spugne” quando si tratta di imparare ed essere educati. In questa occasione mi sono ricordata di quando, anni fa, mentre passeggiavo a Berlino con la mia coinquilina, ho attraversato la strada con il semaforo rosso e lei mi ha urlato addosso (e fidati che in tedesco suona ancora peggio!!) dicendomi che non dovevo farlo perché altrimenti i bambini imparano che si può attraversare anche quando la luce non è verde….
Da quel giorno, verifico sempre chi c’è attorno a me prima di attraversare la strada quando non dovrei.
Direi che per questa prima puntata è davvero tutto.
Grazie per essere arrivato fino a qui!
A presto,
Emmina
Mi farebbe davvero piacere avere un tuo feedback, sapere cosa ne pensi e ricevere alcune critiche (possibilmente costruttive) su quello che hai letto finora.
Bellissima intervista!! Conoscevo già Pietro perché Danzi,prof di ginnastica di mia figlia, lo ha invitato un paio di volte per farlo conoscere ai suoi alunni: ottima idea in quanto davvero Pietro può essere di grande ispirazione per tutti i ragazzi. Mi è piaciuta soprattutto la parte finale in cui Pietro parla dell'atletica e del rapporto che si instaura con compagni e rivali. Complimenti 😉